Descansate Niño

Giacomo Ancillotto, «Descansate Niño», Folderol Records 2025, 1 CD.

Questo album d’esordio di Giacomo Ancillotto condensa l’esperienza pluriennale che questo musicista ha maturato in formazioni che spaziano da un lato dal jazz più classico e, dall’altro lato, all’ambito sperimentale dedicato alle musiche di improvvisazione. Un disco che si propone come un percorso sonoro disegnato attraverso una versatilità capace di esplorare attraverso la sua chitarra diverse dimensioni espressive.

L’immaginario musicale di Ancillotto – in questa incisione assecondato con bella affinità da Marco Zenini al basso e Alessandra D’Alessandro alla batteria – spazia su molteplici fronti, a partire da quello rappresentato dalle colonne sonore, rimando questo che emerge indirettamente dalle atmosfere evocative e in un certo qual modo “narrative” di alcuni brani, ma anche in maniera esplicita grazie a rimandi diretti quale la rilettura di un brano come “Se telefonando” – portato al successo da Mina nel 1966 con testo di Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo e musica e arrangiamento di Ennio Morricone – dove la chitarra di Ancillotto tratteggia un’interpretazione al tempo stesso personale ed essenziale.

Accanto a questa componente, il disco riflette anche l’amore del chitarrista per il cantautorato più raffinato, in particolare quello di artisti come Paolo Conte, richiamato fin dal titolo tratto dal brano “Alle prese con una verde milonga” del cantautore di Asti. Qui la chitarra di Ancillotto sa alternarsi tra delicatezza e improvvisazione, tra momenti di intensa liricità e passaggi più sperimentali, dando vita a una musica che appare allo stesso tempo sofisticata e accessibile, ricca di emozioni e sfumature.
Ma non è solo nella tradizione che Ancillotto si riconosce: sa anche spingersi in territori più audaci, esplorando sonorità di avanguardia rock che catturano l’ascoltatore con la loro originalità e inaspettate evoluzioni. Un brano come “Igor Legàri” appare, in questo sento, quale esempio emblematico.

Il risultato finale è un album che, pur nella sua varietà, riesce a mantenere una coerenza stilistica che lo rende riconoscibile e personale, offrendo dal punto di vista strumentale una perlustrazione della chitarra in tutte le sue sfumature espressive e, sul versante espressivo, uno sguardo al di là dei generi e degli stili musicali, proponendo un’esperienza sonora intensa e genuina. (© Gazzetta di Parma)