Seguimi!
Gianluca Diegoli, «Seguimi!», UTET 2025.
Disponibile da qualche giorno, questo nuovo libro di Gianluca Diegoli – consulente, esperto di marketing e docente a contratto all’Università IULM – ci spiega come oggi il marketing più che sulla fedeltà alla marca punti soprattutto al culto di una identità collettiva, nella quale il consumatore si possa riconoscere e, a sua volta, il brand lo possa “rinchiudere” nella propria bolla assieme a tutti gli altri seguaci, componenti di una vera e propria tribù autoreferenziale.
Tra i primi esempi di questa specie di evoluzione della comunicazione commerciale troviamo un marchio come Apple che, con lo slogan “Think different”, dettava un comandamento: non avrai altro computer all’infuori di me. Sui primi forum online infuriavano all’epoca battaglie tra gli utenti Mac radicalizzati e gli infedeli che ancora servivano l’idolo fasullo pc e il falso profeta Windows.
Secondo l’autore, in questo modo il marketing aveva fatto un passo avanti: il marchio non si doveva più amare, si doveva venerare e difendere, in virtù dell’appartenenza ad una specifica setta di consumatori.
Il passaggio successivo è stato quello di smaterializzare il culto del singolo prodotto per raggiungere la vera trascendenza del consumo, immateriale e pervasiva: «non siamo più devoti a una marca, ma a delle pratiche».
In questa sorta di “tribù dei discepoli” «sono quindi i membri della tribù a mantenere stretti i legami. Il brand diventa il collante invisibile che trasforma individui dispersi in un’unica forza collettiva. […] Siamo più propensi a fidarci e acquistare da chi percepiamo come parte del nostro gruppo […]. Forse mai come in questo periodo la parola “identità” è stata così mainstream, e questo nonostante l’altro nome del principio di unità sia un molto poco lusinghiero “effetto gregge”». (© Gazzetta di Parma)