Bell Movement
BREW 4ET, «Bell Movement», Dodicilune 2025, 1 CD.
Il Brew 4et ha pubblicato il suo secondo album, consolidando nelle otto tracce qui raccolte il suo profilo espressivo al tempo stesso personale e comunicativo. Composto da musicisti quali Giuseppe Giroffi ai sassofoni (ma anche clarinetto, piano e voce), Gianluca Manfredonia al vibrafono (ma anche piano e voce), Luca Varavallo al contrabbasso e Alex Perrone alla batteria, questa formazione nata nel 2016 continua così la sua ricerca di un suono distintivo, un punto d’incontro tra la varietà di una tradizione musicale eclettica e le possibili declinazioni del panorama contemporaneo.
Il brano eponimo che apre l’album trae ispirazione dal dinamismo estemporaneo dei rintocchi di campana, un’immagine evocativa che si manifesta in una struttura ritmica articolata in cinque momenti che animano la composizione. Il successivo “Strawberry Tart” offre invece un percorso sonoro generato da una sorta di stratificazione timbrica eterogenea per poi confluire in una sezione melodica di maggiore definizione, dischiudendo ampi spazi dedicati all’improvvisazione.
Proseguendo nell’ascolto del disco incontriamo “In My World” – brano preceduto da una rapida introduzione affidata al vibrafono – sviluppato come una piccola suite articolata in diversi movimenti, contraddistinta da una precisa selezione di brevi interventi solistici, privilegiando un arrangiamento particolarmente curato. Altre composizioni quali “Croix de Chavaux” o “Arabic Mixture”, propongono una varietà espressiva che racconta delle tante fonti stilistiche che i quattro musicisti di questa formazione riesco a rievocare nell’intreccio dei loro dialoghi ora serrati ora più distesi e riflessivi.
Un carattere che trova nell’articolazione dal segno stilistico multiforme dei brani “Song To Siren” e “Uneven Stairs” un esempio emblematico significativamente scelto per chiudere questo album, lasciando nel ricordo d’ascolto soprattutto il segno tematico che contraddistingue l’ultimo brano, una sorta di marchio assieme melodico-timbrico-ritmico capace di sintetizzare il profilo identitario di una formazione come quella rappresentata dal Brew 4et, confermando un’innata capacità di fare sintesi di diverse fonti di ispirazione attraverso un linguaggio sonoro che si distingue, come si diceva all’inizio, per la sua cifra personale e comunicativa. (© Gazzetta di Parma)