Fragments de la Cacopédie
Achille Succi e Danilo Blaiotta, «Fragments de la Cacopédie», Filibusta Records 2025, 1 CD.
Il primo luglio di questo 2025 sono scoccati i cento anni dalla scomparsa di Erik Satie, compositore anticonformista protagonista del primo Novecento francese (e non solo) grazie alle sue composizioni anticonvenzionali, tra le quali possiamo ricordare “Pièces en forme de poire”, “Gymnopédies”, “Gnossiennes”, oltre al balletto “Parade”, andato in scena al Théâtre du Chatelet di Parigi nel maggio 1917 – soggetto di Jean Cocteau, coreografia di Léonide Massine per i Balletti russi di Sergej Djagilev, sipario scene e costumi di Pablo Picasso – registrando uno scandalo di discreta portata.
Proprio alla figura di Satie fa riferimento la struttura di questo lavoro discografico – il secondo realizzato da Achille Succi e Danilo Blaiotta – raccogliendo i dieci brani originali qui proposti in tre “Cacopédies”, in omaggio appunto alle “Trois Gymnopédies” del compositore francese. Ma i riferimenti a fonti diverse vanno oltre: infatti, il rimando alla Cacopedia fa riferimento alla “disciplina” inventata tra il serio e il faceto da Umberto Eco, che ne narra la genesi nel capitolo omonimo apparso su “Il secondo diario minimo” descrivendola come la «summa negativa del sapere, ovvero, come una summa del sapere negativo».
Su queste premesse l’ascolto dei dieci brani firmati a turno da Succi e Blaiotta restituiscono un mondo creativo vivace ma certo non rivoluzionario, costruito sui fluidi dialoghi tra le ance (sax alto e clarinetto basso) del primo e il pianoforte del secondo, in una miscela espressiva nel complesso dinamica e variegata.
A partire dall’introduzione rappresentata da “Microscopie sidérale”, passando poi per le tre sezioni – a loro volta tripartite – nelle quali si articola questa incisione, il clima generale rimanda a una ricerca musicale costruita su elementi intrecciati, tra disegni ritmici ora uniformi ora irregolari e rincorse tematiche che trovano in una sorta di costante equilibrio melodico-armonico un dei caratteri più distintivi di questo lavoro.
ra i brani che compongono le tre sezioni denominate, appunto, “Cacopédie” fanno quindi capolino rimandi stilistici differenti, passando dall’incedere reiterato e costante di “Mutisme loquace”, all’andamento più circospetto di “Passe-nulle part”, arrivando infine al passo giocoso costruito tra i frammenti tematici condivisi tra clarinetto e pianoforte di “Prépost-scriptum”. (© Gazzetta di Parma)