Winter Poems

Yuval Cohen Quartet, «Winter Poems», ECM Records 2025, 1 CD.

Uscito nello scorso mese di febbraio, questo debutto di Yuval Cohen con l’etichetta discografica di Manfred Eicher offre tutta la freschezza di un’inventiva che dall’ideale panorama lirico invernale (e schubertiano) evocato dal titolo si trasmette negli otto brani che tracciano un personale percorso espressivo condiviso tra il sax soprano del titolare e il pianoforte di Tom Oren, il contrabbasso di Alon Near e la batteria di Alon Benjamini.

Fratello della clarinettista Anat e del trombettista Avishai – quest’ultimo da tempo attivo con la stessa Editions of Contemporary Music di Monaco di Baviera – Yuval Cohen conferma la felice ispirazione di famiglia grazie a una serie di composizioni a sua firma che restituiscono la varietà di inventiva melodica di questo artista che, a poco più di cinquant’anni, divide la sua attività di musicista e compositore con quella didattica, ricoprendo il ruolo di responsabile del dipartimento di jazz della Jerusalem Academy for Music and Dance e del Conservatorio di Tel Aviv.

L’affinità espressiva con gli altri componenti del suo quartetto, tutti coesi lungo una linea dialogica in eloquente equilibrio tra densi tratteggi solistici e un pregnante amalgama d’assieme, permette a Yuval Cohen di offrire una tavolozza stilistico-interpretativa alquanto variegata, pur nella coerente riconoscibilità che segna l’impianto compositivo di fondo, vero e proprio filo conduttore che lega tutti gli otto brani qui raccolti.

Un esempio, in questo senso, può essere rappresentato dai tre brani al centro di questo disco registrato in Francia a Pernes-Les-Fontaines nel settembre 2023, vale a dire la composizione eponima seguita da “Song for Lo Am” e da “For Charlie”.

In questi tre momenti musicali vengono infatti condensate caratteristiche come la naturalezza melodico-armonica, o rimandi a repertori che spaziano dall’ambito classico-romantico a una certa tradizione statunitense che miscela jazz e songs anni Cinquanta, il tutto cesellato con un gusto per la pronuncia sonora elegante e misurata che Yuval Cohen condivide con gli altri musicisti.

Come dichiarato dallo stesso Cohen «la musica classica è parte di me tanto quanto il jazz […], è proprio quella formazione formale che ti conferisce un timbro molto pulito». Un carattere, questo, che segna il suo sax dalla prima all’ultima nota. (© Gazzetta di Parma)