Zara McFarlane
Nemmeno la pioggia può fermare la McFarlane.
Serata movimentata ma intensa quella che sabato scorso ha visto protagonista la cantante Zara McFarlane sul palcoscenico allestito nel giardino del Castello della Musica di Noceto, accogliente scenario che ha ospitato una nelle numerose tappe di “Musica in Castello”, l’ormai consolidata rassegna estiva curata dalla Piccola Orchestra Italiana aps con la direzione artistica di Enrico Grignaffini.
Già in occasione dei saluti iniziali di rito, il tempo capriccioso aveva anticipato qualche goccia di pioggia, senza comunque impedire al concerto di iniziate regolarmente, avviando un variegato percorso nel repertorio originale dell’artista londinese, la cui voce densa e duttile animata da una trascinate indole empatica ha conquistato il pubblico presente fin dalle prime note.
La cifra vocale e il carattere interpretativo di Zara McFarlane riflettono uno stile che affonda le sue radici culturali tra i Caraibi e il melting pot della Gran Bretagna metropolitana contemporanea, dove jazz, grime, hip hop, reggae e altre musiche di origine afro si ibridano, generando una materia sonora varia e coinvolgente come quella che abbiamo ascoltato in questa occasione.
A segnare i binari del tracciato d’ascolto due album che l’artista ha realizzato per la casa discografica Brownswood Recordings di Londra e titolati “Arise!” del 2017 e “Songs of an Unknown Tongue” pubblicato tre anni più tardi, rispettivamente terzo e quarto lavoro discografico da titolare della McFarlane.
In susseguirsi variegato di atmosfere ora più dinamiche e trascinanti, ora più sinuose raccolte, brani tratti dal primo disco – come l’iniziale “Peace Begins Within”, l’intensa “Pride” e le successive “Freedom Chain”, “Allies Or Enemies” e “Ode To Cyril” – si sono intrecciati con composizioni tratte dall’album del 2020 quali “Black treasure”, “Broken water” o ancora “Native nomad”.
A legare, brano dopo brano, l’intero concerto il filo rosso rappresentato dalla voce duttile e potente della cantante inglese – supportata con efficacia dal trio di bravi musicisti composto da Insight (pianoforte e tastiere), Rio Kai (contrabbasso e basso elettrico) e Jake Long (batteria) – capace di condensare con naturale efficacia stilemi che trovano nel linguaggio jazzistico lo strumento per sviluppare un crogiuolo di contaminazioni, dove folklore e tradizione caraibica si mescolano con elementi funk e afro beat, fino ad arrivare a quella cultura giamaicana che la cantante ha indagato a fondo studiando le tradizioni dell’isola dei suoi avi.
Un concerto coinvolgente, insomma, quello offerto da Zara McFarlane e dai suoi musicisti, purtroppo movimentato – come si è accennato all’inizio – da qualche scroscio di pioggia che ha causato anche una beve interruzione dell’esibizione di questi artisti che hanno comunque portato a termine la serata con una rara – e a tratti anche divertita – professionalità, meritandosi pienamente i calorosi applausi che li hanno salutati a fine serata. (© Gazzetta di Parma)