Datastories

Alice Avallone, “#Datastories”, Hoepli 2021 (160 pp.)

In un panorama nel quale si parla tanto di Big Data, questo agile libro di Alice Avallone ci propone, invece, un’interessante prospettiva sull’importanza degli small data. In verità, in queste pagine non si assiste a una vera e propria contrapposizione tra i due ambiti, piuttosto troviamo una proposta di approfondimento dedicata a un frangente forse meno “di moda”, ma utile soprattutto nel quadro delle attività di analisi e sviluppo delle azioni di comunicazione e narrazione applicate al mondo online.

Le tracce che l’autrice prende in considerazione per indagare questi small data sono le impronte che tutti noi lasciamo ogni giorno sui nostri dispositivi, quando digitiamo chiavi di ricerca sul web, mettiamo like e cuoricini sui social e facciamo swipe sulle app. Dati minuscoli, che contengono però tante informazioni sulle nostre vite e sulle nostre persone, che possono rivelare le motivazioni che stanno dietro a comportamenti, scelte di consumo, codici linguistici, tendenze culturali.

Proprio per mappare questi small data in rete si è sviluppata una disciplina specifica come l’etnografia digitale, nata allo scopo di capire meglio il nostro presente iperconnesso, migliorare le strategie di comunicazione dei brand e intercettare i segnali deboli del futuro all’orizzonte. Una disciplina che Alice Avallone conosce nei suoi diversi aspetti, dirigendo l’osservatorio di antropologia digitale Be Unsocial, ed essendo docente di digital storytelling alla Scuola Holden di Torino e ricercatrice di insight aziendali.

Se è vero che i territori online non sono abitati da utenti anonimi, ma da persone in carne e ossa con necessità, paure, sogni, questo libro ci aiuta a capire dove si raccolgono i dati più sottili e, se vogliamo, qualitativamente più interessanti, spiegandoci anche in che modo questi stessi dati possono trasformarsi in storie che vale la pena raccontare.

Tutto questo attraverso capitoli quali La bellezza degli small data, Le generazioni tra Silent e Alpha, I cinque livelli di insight culturali, Le tracce del futuro alle porte e La magia dei dati che diventano storie, arrivando, come evidenza la stessa Avallone nella sua Conclusione, ad abbandonare la “pesca a strascico” nel mare delle informazioni online per favorire una raccolta più accura, dove la qualità di questi “piccoli dati” diviene qualità dei contenuti stessi. (© Alessandro Rigolli)