Guida semiseria per aspiranti storici social

Francesco Filippi, «Guida semiseria per aspiranti storici social», Bollati Boringhieri 2022 (128 pp.)

Per chi si occupa di comunicazione declinata sulle diverse tipologie di social media, può essere utile la lettura di questo agile libro di Francesco Filippi, centoventotto pagine nelle quali si raccolgono interessanti e sagaci riflessioni sulle modalità di utilizzo – tra qualche “pro” e tanti “contro” – di questi strumenti.

Da storico della mentalità e formatore per l’Associazione di Promozione Sociale Deina, Filippi si concentra su dibattiti, a tratti anche surreali, che si sviluppano sui diversi canali social attorno ad argomenti appunto “storici”, dove un passato che dovrebbe essere ampiamente sedimentato – e la cui prospettiva di analisi dovrebbe facilitare un certo obiettivo distacco – viene reinterpretato sulla scia di variegate e libere riletture, a volte davvero fantasiose.

Facebook, Twitter, Instagram, TikTok sono quindi diventati arene pubbliche nelle quali i dibattiti degenerano sovente in veri e propri scontri verbali arrivando all’insulto, con buona pace di qualsiasi vago concetto di netiquette. A ben vedere, questo è un fenomeno che può manifestarsi in tutte le discussioni online, sia che abbiano come oggetto una notizia istituzionale, la comunicazione di un brand o di un’azienda, o ancora un fatto di cronaca.

Nei dieci capitoli introdotti da una “Premessa” e seguiti dalle “Conclusioni”, da una “Appendice guerresca” – che rimanda all’attuale conflitto in Ucraina – e dai “Consigli di lettura”, l’autore ci ricorda, tra l’altro, come non si debbano «confondere i ricordi con la Storia», che «non si può “salire in cattedra” nel web, perché il web non è un’aula», o ancora che «la Storia non è una partita di calcio» e non ha quindi bisogno di tifosi.

È proprio vero, dunque, che la storia insegna, anche in tema di comunicazione online. (© Gazzetta di Parma)