Il disagio (fin troppo) raffinato del Dioniso di Rusconi

Teatro SanbàPolis, Trento | Dionysos Rising | 19 Gennaio 2019 – 20 Gennaio 2019

Come una sorta di viaggio nelle disfunzioni contemporanee dell’animo umano, Dionysos Rising ha proposto l’interpretazione del mito narrato nelle Dionisiache di Nonno di Panopoli attraverso la lettura che Roberto David Rusconi, compositore veneziano da tempo residente in Gran Bretagna, ha realizzato – coadiuvato da Michael Scheidl, coautore del libretto e curatore della regia di questo spettacolo – per il cartellone di OPER.A 20.21, stagione organizzata dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento con la direzione artistica di Matthias Lošek.

Una prima rappresentazione assoluta – coproduzione netzzeit di Vienna e Fondazione Haydn – che ha restituito alcuni frammenti del vasto poema epico attraverso il tratteggio di quattro personaggi principali interpretati da altrettanti cantanti: Zachary Wilson (Dioniso, basso), Ray Chenez (Ampelos, controtenore), Da-yung Cho (Telete, soprano) e Anna Quadrátová (Semele, soprano). Diviso idealmente in due parti distinte per ambientazione e caratteri drammaturgici, connesse l’una all’altra senza soluzione di continuità, lo svolgimento dell’opera non ha proposto una vera e propria narrazione. Ci è parso piuttosto di assistere a un susseguirsi di eventi atti a evocare le vicende e soprattutto i caratteri dei protagonisti sulla scena, delineandone i profili sullo sfondo freddo e desolante di un ospedale psichiatrico…  continua a leggere… (© Il giornale della musica)