Uncle John’s Band

John Scofield, «Uncle John’s Band», Ecm Records 2023, 2 CD.

È un ricco distillato di classe ed eleganza questo doppio album che ci consegna in tutta la sua vitale varietà il vasto immaginario musicale di John Scofield.

Classe 1951 – si appresta a compiere 72 anni il prossimo 26 dicembre – il chitarrista originario di Dayton in Ohio attraversa infatti con questo lavoro un ampio repertorio che si apre con il Bob Dylan di “Mr. Tambourine Man” – vale a dire un’ispirata rielaborazione di uno dei brani più celebri del Premio Nobel per la letteratura, che occupa gli iniziali nove minuti abbondanti del primo disco – per terminare con il brano eponimo che chiude il secondo disco e che rappresenta un intenso omaggio a Robert Hunter e Jerome Garcia dei Grateful Dead.

Registrato nell’agosto 2022 al Clubhouse Studio di Rhinebeck, New York, questo progetto viene condiviso da Scofield con Vicente Archer al contrabbasso e Bill Stewart alla batteria, solidi musicisti che completano un trio la cui affinità emerge in maniera limpida e spontanea nei dialoghi fluidi e coinvolgenti che tratteggiano i differenti brani.

Pescando ancora in quel panorama tra rock, blues e folk che ha rappresentato la prima fonte di ispirazione del chitarrista, incontriamo brani come “Old Man” di Neil Young, per poi virare verso standard più o meno riferibili all’ambito jazz con composizioni quali “Budo” (Bud Powell e Miles Davis), “Stairway To The Stars” (Mitchell Parish, Frank Signorelli, Matt Malneck), “Ray’s Idea” (Gil Fuller, Raymond Brown) o ancora la sofisticata “Somewhere” firmata da Stephen Sondheim e Leonard Bernstein.

A questi brani si affiancano composizioni originali dello stesso Scofield, tra le quali “How Deep” e “Nothing Is Forever” del primo disco e “Mo Green” e “Mask” del secondo possono rappresentare alcuni tra gli esempi più riusciti della feconda ispirazione estemporanea che contraddistingue questo trio, assecondando a pieno l’assunto ribadito dallo stesso chitarrista: «tutte le composizioni sono veicoli su cui improvvisare».

Un lungo e coinvolgente percorso di ascolto, insomma, quello offerto da questo doppio album, al termine del quale viene spontaneo, anche in considerazione dell’imminente genetliaco, augurare buon compleanno e lunga vita allo zio John e alla sua band! (© Gazzetta di Parma)