Allo Csac – Magico incontro tra il cinema e il jazz

Il film “The Lodger” con musica dal vivo. Applausi per Bonati e la “Chironomic”

Nei giorni scorsi abbiamo seguito due appuntamenti musicali nel segno del jazz che hanno abitato altrettanti luoghi della cultura della nostra città. Giovedì 26 aprile, nell’ambito della rassegna “I Concerti del Boito”, il Ro.Ga.Ro. Trio di Roberto Bonati ha proposto dal palco della Casa della Musica un omaggio a Monsieur Croche, alter ego di un Claude Debussy intento a scrivere di musica. Lo stesso compositore francese nel suo celebre articolo “Il signor Croche antidilettante” annota: «Bisogna cercare la disciplina nella libertà e non nelle formule di una filosofia caduca…». Una libertà che abbiamo ritrovato anche nei brani proposti in questa occasione, raccolti in un tracciato il cui filo conduttore veniva evocato dalle parole “Le Silence de l’Ange”, titolo dato a questo concerto. Una miscela di composizione e improvvisazione tratteggiata con equilibrio dai dialoghi tra il sax di Gabriele Fava, il pianoforte di Roberta Baldizzone e il contrabbasso di Roberto Bonati, autore di musiche che hanno raccolto i convinti applausi del pubblico presente.
Il secondo appuntamento vedeva impegnato sempre Bonati questa volta alla guida della Chironomic Orchestra in occasione di una sorta di concerto multimediale titolato “Relazioni Improvvise”, ospitato lunedì scorso 30 aprile allo CSAC dell’Università di Parma in occasione dell’International Jazz Day, giornata istituita da Unesco nel 2012 per valorizzare il repertorio della musica improvvisata, e di “UNESCO in Musica”, recente progetto nazionale pensato per unire il Jazz al patrimonio artistico e culturale rappresentato da una selezione di siti della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Nell’Abbazia di Valserena sono così risuonate le note plasmate da una conduction che lo stesso Bonati ha gestito guidando i suoi musicisti nella perlustrazione improvvisata di suggestioni evocate dalle immagini in bianco e nero di “The Lodger”, film muto realizzato nel 1927 da Alfred Hitchcock. Alle inquadrature oblique e alle atmosfere dal sapore espressionista di questa ispirata pellicola hitchcockiana, capace ancora oggi di mantenere teso il filo della suspense narrativa, si è quindi accompagnata una colonna sonora estemporanea, costruita su pannelli espressivi che alternavano momenti di contrasto ad altri più affini all’azione scenica, in un fluire sonoro decisamente incisivo, capace di miscelare con efficacia affilati scarti timbrici a più dialettici rimandi a certe atmosfere da cinema noir. Una proposta palesemente apprezzata dal numeroso pubblico presente, che ha tributato un caloroso successo a questo incontro tra due arti – il cinema e il jazz – tipiche del secolo scorso. (© Gazzetta di Parma)