Una Tosca in bianco e nero a Parma

L’opera di Puccini ha chiuso la stagione lirica del Regio

ppuntamento finale della stagione lirica 2018 del Teatro Regio di Parma, l’allestimento di Tosca– con dedica a Tullio Serafin in occasione del 50° della morte – ha proposto la messa in scena dello stesso Regio con la regia ideata nel 1998 da Alberto Fassini, la cui ripresa è stata curata da Joseph Franconi Lee mantenendo le prerogative fondamentali di un’ambientazione che trova nella lettura in bianco e nero, nella grande scalinata centrale e negli obliqui ingrandimenti di elementi architettonici della Roma papalina i suoi caratteri centrali.
I vent’anni trascorsi dalla sua ideazione hanno appannato questo allestimento più di quanto avremmo immaginato e la rilettura di Franconi Lee, con le scene e i costumi di William Orlandi e le fredde luci di Roberto Venturi, non sono riuscite a eludere più di tanto l’impressione di staticità che ci ha accompagnato lungo i tre atti, pur nella prospettiva di una complessiva efficacia estetica confermata dai diversi quadri scenici.
In questo contesto si è dispiegato il dramma pucciniano, che abbiamo seguito in occasione della “prima” dello scorso 27 aprile, plasmato da una direzione musicale gestita da Fabrizio Maria Carminati attraverso una lettura che ha concesso poche sfumature, puntando più sulla contrapposizione di contrasti dinamici che sulle preziose e raffinate sottigliezze orchestrali che la partitura custodisce al di là dei profili vocali in primo piano dei protagonisti. Un esempio, in questo senso, lo abbiamo ritrovato nel tratteggio strumentale con il quale è stato delineato il tema che accompagna la morte di Scarpia, dove la caratteristica intensità drammatica del disegno melodico è stata ingabbiata nella densità del volume sonoro. Un carattere, quest’ultimo, che ha condizionato anche il palcoscenico abitato da una compagine vocale messa a tratti in secondo piano dalle risacche sonore scaturite da un’Orchestra Filarmonica Italiana che faticava un poco a restare nei ranghi di un sostanziale equilibrio strumentale… continua a leggere… (© Il giornale della musica)