Bloom, ispirate all’Armenia le delicate fantasie musicali di Areni Agbabian

Areni Agbabian, «Bloom», ECM 2019, 1 CD.

Aperto da un tratteggio all’unisono, poche note distillate tra il pianoforte e la voce che sussurra l’incipit del primo brano “Patience is more important now…”, questo disco uscito di recente ci regala la delicata fantasia musicale di Areni Agbabian, giovane cantante e pianista statunitense di origini armene.

Al suo debutto con la casa discografica di Manfred Eicher, la Agbabian ha inciso questo lavoro sotto la guida dello stesso produttore tedesco in una sessione di registrazioni tenuta nell’ottobre del 2016 presso l’Auditorium della RSI di Lugano.

Il clima generale del disco è nutrito dal pianismo morbido e controllato di questa artista che, cresciuta accanto al pianista jazz armeno Tigran Hamasyan, in questo “Bloom” rivela un’originale capacità di disegnare diciassette brani come una distesa di piccoli tasselli musicali: ora racconti più dispiegati, come la composizione che apre il lavoro – composta da due parti, la già ricordata “Patience is more important now… “ e “A time to be with you as a time to pray” – ora da frammenti appena accennati, come i brevissimi “Rain Drops” e “Whitness” che portano la firma di Eicher.

Un mondo sonoro uniforme e riflessivo, attraversato con passo lieve dalla voce di questa artista che si nutre di rimandi alla tradizione musicale della sua terra di origine, richiamata direttamente da melodie tratte dal folklore armeno quali “Anganim Arachi Ko”.

Un impasto sonoro suggestivo, arricchito dai discreti interventi delle percussioni di Nicolas Stocker, un compagno di viaggio attento a stare sempre un paio di passi indietro, sparpagliando tracce timbriche la cui densità accarezza la materia musicale intima e coinvolgente plasmata dalla voce e dal pianoforte della Agbabian.  (© Gazzetta di Parma)