Jazz Border

Claudio Chianura, «Jazz Border», Haze-Auditorium 2019/2020, Libro + DVD.

Quello raccolto in queste pagine e nel documento audiovisivo che le accompagna è il racconto di una parte della scena jazz italiana osservata attraverso la visione di un professionista della musica che da questa stessa scena è rimasto sempre un poco distaccato.

Come scrive l’autore stesso nelle sue note introduttive «anche dopo essermi interessato alla musica – pop e rock prima, elettronica e contemporanea più avanti – il jazz mi interessava ancora molto poco. Tra i diciotto e i ventott’anni di età ho acquistato solamente “Kulu Sé Mama” di Coltrane, “Full Force” degli Art Ensemble e “Your Tonight Is My Tomorrow” di Eric Watson. Poca cosa, lo ammetto. Troppo poco per dichiararmi ancora oggi, trent’anni più tardi, un “esperto” di musica jazz. Anche ora che di musica jazz ne ho ascoltata parecchia, ho pubblicato libri sul jazz (come editore) e ho prodotto album di jazz e soprattutto – com’è evidente – ho intervistato molti importanti musicisti jazz, italiani e stranieri. Ma nulla mi impedisce di apprezzare quanto il jazz – o quel che viene sommariamente chiamato jazz – rappresenti la miglior forma di espressione musicale del nostro tempo».

Una dichiarazione che anticipa e rispecchia i contenuti raccolti in queste pagine, dense di testimonianze che coinvolgono artisti, studiosi e addetti ai lavori quali, tra gli altri, Francesco Bearzatti, Stefano Bollani, Claudio Cojaniz, Franco D’andrea, Zeno De Rossi, Maria Pia De Vito, Stefano Di Battista, Furio Di Castri, Paolo Fresu, Rita Marcotulli, Christian Meyer, Roy Paci, Enrico Rava, Antonello Salis, Gianluigi Trovesi, Stefano Zenni.

Una varietà di sguardi che rappresentano il vero valore aggiunto anche del documentario che completa questa pubblicazione, un’interessante carrellata che restituisce le testimonianze dirette dei protagonisti del mondo jazz italiano qui coinvolti, le cui parole si possono poi ritrovare decantate nella pagina scritta, quale forma ulteriore di riflessione su questa musica.

A completare il lavoro si aggiunge inoltre una selezione di interviste raccolte per le riviste “Strumenti Musicali” e “Insound” dallo stesso Chianura tra il 2001 e il 2014, dove, in occasione di una chiacchierata del 2003, un musicista come Gianluigi Trovesi così descrive il suo approccio alla musica: «Questo mi piace: trasformare la musica. Divertirsi a cambiare l’emozione di un brano è un gioco. In altre lingue giocare e suonare usano lo stesso vocabolo. Anche a noi non resta che giocare con la musica». (© Gazzetta di Parma)