Klondike

Francesco Fiorenzani, «Klondike», Honolulu Records HR25 2023, 1 CD.

È un mondo musicale ricercato ed elegante quello proposto dal chitarrista e compositore Francesco Fiorenzani in questo recente lavoro discografico, aperto da due brani originali come “Cani di velluto” e “Our heritage”, composizioni che introducono a un immaginario sonoro levigato e affilato al tempo stesso.

Un carattere che la chitarra di Fiorenzani coltiva anche grazie all’affinità espressa attraverso i dialoghi intrecciati con il contrabbasso di Francesco Ponticelli, la batteria di Andrea Beninati, oltre al basso elettrico di Andrea Lombardini nel secondo brano.

Un percorso che scorre con passo felpato, placido ma al tempo stesso irrequieto, miscelando con accurato gusto timbrico un immaginario musicale che si muove tra perlustrazioni jazzistiche e generi differenti, capace per esempio di offrire una interessante rilettura di un brano come “Parasite” di Nick Drake – cantautore e chitarrista inglese oramai di culto scomparso nel 1974 a soli 26 anni – proponendo poco più di sei minuti di musica nei quali questo brano viene trasfigurato attraverso una lettura molto personale e incisiva.

Così come possiamo ritrovare un’altra significativa metamorfosi nella reinterpretazione di un titolo come “Infância”, composizione che titola un album realizzato nel 1990 dal compositore e polistrumentista brasiliano Egberto Gismonti.

Omaggi significativi, questi, nel quadro di un lavoro che trova anche un’altra originale intuizione nel brano “Etude C”, una sorta di indagine sonora ispirata al Preludio Op.28 di Fryderyk Chopin.

Tutte fonti che raccontano di un mondo musicale ampio e articolato, nel quale Francesco Fiorenzani si muove con eleganza discreta e consapevole, metabolizzando le diverse influenze stilistiche attraverso un chitarrismo raffinato, capace di miscelare con apprezzabile equilibrio profumi elettronici, fluidità melodiche e densità armoniche.

Caratteri che trovano in altri brani a firma del titolare, come “People on purpose” o l’intensa “The myth”, altri interessanti squarci espressivi, per un percorso d’ascolto che, prendendo spunto dalle storie di Italo Calvino e di Jack London, si chiude con “Klondike”, brano che titola l’album e che è ispirato alla regione dello Yukon all’estremità nordoccidentale del Canada, luogo narrato, appunto, nei racconti dello stesso London. (© Gazzetta di Parma)