Solitudo

Anais Drago, «Solitudo», Cam Jazz 2021, 1 CD.

Recentemente votata quale “nuovo talento italiano dell’anno” nell’ambito del referendum Top Jazz per il 2021, la violinista Anais Drago raccoglie in questo recente lavoro discografico una vivace e personale visione della dimensione solistica, modalità con la quale l’abbiamo vista misurarsi anche in occasione di un concerto tenuto nella nostra città nella scorsa estate nell’ambito di ParmaJazz Frontiere.

Un percorso, quello proposto in questo disco, nel quale la musicista perlustra le diverse modalità espressive del suo strumento, innestando una fantasia musicale variegata su soluzioni di volta in volta differenti, passando da un approfondito lavoro sul timbro a sovrapposizioni melodico-armoniche, o ancora da intagli tematici tratteggiati su pattern reiterati a innesti di effetti elettronici, il tutto nutrito dall’uso di loop station e sovraincisioni.

Un tracciato che parte da un significativo omaggio a Erik Satie con l’iniziale “Gnossienne”, per delinearsi in un sinuoso intreccio stilistico lungo il quale la Dego miscela fonti ideali che dall’ambito classico e contemporaneo arrivano alle più trasversali attitudini improvvisative. Così, passando dall’uno all’altro dei dodici brani qui raccolti, incontriamo reminiscenze derivanti da generi musicali quali barocco, folk, world music, pop, progressive rock, fusion e, naturalmente, jazz. Una sequenza di etichette che qui vengono smarcate da una funzione banalmente connotativa per divenire invece materia multiforme plasmata dalla fantasia estremamente comunicativa di questa artista.

Un carattere che emerge in maniera particolare da composizioni originali quali, tra le altre, “Oblivio”, “Horror Vacui” o la conclusiva “Just Talking To Myself”, brano emblematico – assieme a quella sorta di intermezzi rappresentati dai tre “Halucinari” – dello spirito di un lavoro nel quale la Dego riversa la personale e immediata piacevolezza del fare musica, sia per sé stessa sia e chi si mette in ascolto. (© Gazzetta di Parma)