Stravaganze consonanti

Gianluigi Trovesi, Stefano Montanari, «Stravaganze consonanti», ECM 2023, 1 CD

A quasi dieci anni dalla sua registrazione, avvenuta nel gennaio del 2014 presso la Sala musicale Giardino in provincia di Cremona, questo disco restituisce tutto il fascino di un dialogo delicato e pregnante, giocato sui confini incrociati tra generei musicali diversi ed epoche storiche differenti.

Protagonisti di questa ideale e originale conversazione musicale il clarinettista e sassofonista jazz Gianluigi Trovesi e il direttore e violinista Stefano Montanari, impegnati a tratteggiare attraverso i quindici brani che compongono questo album un personale percorso di rilettura e, se vogliamo, di vera e propria reinvenzione di alcune pagine tratte dal repertorio rinascimentale e barocco.

Se Trovesi non è nuovo alla rivisitazione in chiave improvvisativa dei repertori del passato – ricordiamo per esempio l’album “Profumo di Violetta” del 2008 dove reinterpretava musiche di Monteverdi, Rossini, Verdi e Mascagni in maniera altrettanto originale – in questa occasione la cifra stilistica propria del repertorio scelto e condiviso con Montanari dona a questo lavoro un’aura attraversata da una sorta di sospeso equilibrio.

Come il carattere del paesaggio collinare morbido e quasi astratto restituito dal bianco e nero della foto di copertina di Luciano Rossetti, questo disco ci accompagna lungo un orizzonte di scambi melodico-armonici tersi e intrecciati, plasmati attraverso un trascolorare timbrico dal fascino immediato ed elegante. Rimandi reciprochi che possiamo rintracciare fin dal titolo di questo lavoro, significativo riferimento al brano “Consonanze stravaganti” del compositore del primo Barocco musicale Giovanni Maria Trabaci, terza tappa del percorso di ascolto offerto da questo disco.

Un viaggio lungo una linea immaginaria, dove il Purcell “Dido and Aeneas” incrocia il Giovanni Battista Buonamente della Sonata decima sopra “Cavalletto zoppo”, o ancora dove, tra i momenti più efficaci di questo lavoro, troviamo la fusione senza soluzione di continuità tra il “Kyrie I” dalla “Missa l’homme armé” di Guillaume Dufay e “L’ometto disarmato” firmato dallo stesso Trovesi e arrangiato da Corrado Guarino.

Un disco da fascino raffinato, la cui efficacia è anche frutto dell’affinità condivisa da tutti i musicisti chiamati a comporre questa compagine strumentale. (© Gazzetta di Parma)