“Errore e pregiudizio” nel libro del musicista Schiaffini

Giancarlo Schiaffini, «Errore e pregiudizio», Haze – Auditorium Edizioni 2018, 132 pp.

Giancarlo Schiaffini ha abitato attivamente la scena musicale italiana degli ultimi decenni, attraversandola con una sua particolare visione trasversale, tra generi differenti e sperimentazioni. Laureato in fisica, questo artista ha scelto di abbandonare la carriera nella ricerca scientifica per dedicarsi esclusivamente alla musica.

Autodidatta nello studio del trombone, Schiaffini si è affermato nell’ambito del panorama improvvisativo europeo, suonando con musicisti quali Evan Parker, Maarten Altena e Barry Guy, collaborando inoltre con la scena dell’avanguardia italiana facendo parte di gruppi quali Nuova Consonanza o Italian Instabile Orchestra, interpretando infine composizioni per strumento solista di autori quali Luciano Berio e Giacinto Scelsi.

Un approccio personale che si rinnova anche tra le pagine di questo agile volume, nel quale il musicista di origini romane propone alcune interessanti considerazioni partendo dal concetto di “errore”, concepito non come semplice sbaglio, ma come concreto punto di svolta capace di produrre valide suggestioni nella ricerca scientifica come in quella artistica.

Un punto di avvio per un ventaglio di riflessioni che si espandono dalla musica verso altre traiettorie, offrendo ottiche originali e, se vogliamo, a tratti provocatorie. Attraverso questa riflessione sul significato di termini in apparenza comuni come “caso”, “ambiguità” o “creatività”, l’autore sviluppa l’indagine già avviata nei suoi precedenti scritti – ricordiamo “E non chiamatelo jazz”, “Tragicommedia dell’ascolto” e “Immaginare la musica” – approdando ad uno stadio ulteriore.

Così, grazie a una serie di esempi e di aneddoti legati ai più disparati campi dell’attività umana, percepiamo tutta la vastità ma anche la libertà del nostro pensiero alle prese con la complessità dei processi e dei comportamenti di tutti i giorni. (© Gazzetta di Parma)