Forlì Open Music 2021

Al Festival Forlì Open Music “Being Human”, mostra fotografia di Pietro Bandini.

Saltata nell’autunno scorso a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, è da poco andata in scena la quinta edizione del Forlì Open Music: due giorni di concerti ospitati, tra il 26 e il 27 giugno, nell’accogliente cornice dell’Arena San Domenico di Forlì.

Oltre all’offerta musicale, che tende a miscelare linguaggi e confini stilistici attinti dall’orizzonte attuale di un panorama contemporaneo dinamico e sperimentale, il programma di questa edizione ha proposto anche la mostra personale del fotografo parmigiano Pietro Bandini, titolata “Being Human” – a cura di Luciano Rossetti, coprodotta da RestArt Novara Jazz con Phocus Agency e Area Sismica, quest’ultima realtà vero e proprio cuore pulsante di Forlì Open Music – e allestita lungo il perimetro dell’arena all’aperto.

Una sorta di suggestivo abbraccio ideale composto da un percorso ritmato di immagini che il fotografo ha declinato con la sua inconfondibile miscela di “bianco e nero, nero e bianco”, selezionate dallo stesso Bandini dal materiale prodotto nel corso una carriera maturata, oltre che in qualità fotografo ufficiale del ParmaJazz Frontiere Festival e del Festival Internazionale della Chitarra Niccolò Paganini, come curioso rabdomante delle immagini, alla ricerca, tra un festival nazionale e una rassegna internazionale, più che di uno scatto, di un riflesso di umanità impresso nell’obiettivo e, al tempo stesso, nella memoria.

Immagini che hanno accompagnato la serata che abbiamo seguito sabato 26 e che ha offerto un viaggio musicale avviato da Francesco Dillon al violoncello e Emanuele Torquati al pianoforte impegnati in una coinvolgente interpretazione “To the Master”, brano del 1974 di un compositore dalla pregnante raffinatezza qual è Giacinto Scelsi, seguita dall’eleganza della “Sonata” di Claude Debussy e dall’efficace dinamismo di “May this bliss never end” di Jacob TV.

Il concerto è proseguito con il “solo” di Manuel Zurria ai flauti ed elettronica – ben restituiti i brani “Klano Sutartine” di Ricardas Kabelis e il classico “Syrinx” di Debussy, forse un poco ridondante “Rudram and Bija Mantras” di Riccardo Nova qui in prima assoluta – seguito dalle espressive riflessioni estemporanee del pianista Fabrizio Ottaviucci, per finire con le improvvisazioni elettroniche di Elio Martusciello: colori sonori variegati a ideale controcanto al bianco e nero delle immagini di Bandini. (© Gazzetta di Parma)