MySpace, Google+ e la fragilità del web

Dalla musica persa su MySpace all’addio a Google+, il World Wide Web compie trent’anni e si scopre sempre più fragile.

Strana congiunzione astrale quella che mette a confronto in questi giorni un evento voluto e pianificato come la chiusura di Google+ e un “incidente” come la perdita di circa 50 milioni di brani da parte di MySpace.

Due eventi che pongono più di una questione sul tavolo delle “magnifiche sorti e progressive” del web. Questo sia dal punto di vista delle risorse potenzialmente illimitate della rete, sia da quello delle diverse declinazioni del concetto di sicurezza in internet: dati personali e privacy, documenti aziendali più o meno riservati, tutela diffusione e conservazione di opere della creatività (e relativi diritti d’autore) come musica, foto e immagini, testi vari.

A ben vedere, sia pure casualmente, i fatti che riguardano MaySpace e Google+ rivelano anche alcuni elementi in comune.

Google+, tra flop commerciale e bug

Infatti, se la chiusura del social di Mountain View è stato pianificato da tempo, con la stessa azienda che qualche mese fa evidenziava come «a ottobre, abbiamo annunciato che avremmo superato la versione consumer di Google+ e le sue API a causa delle importanti sfide legate al mantenimento di un prodotto [segnato dal] basso utilizzo della piattaforma», a contribuire all’abbandono di Google+ sono anche altre cause.

Oltre al flop commerciale, Google+ ha dato prova di palese vulnerabilità sul fronte della sicurezza: «Google ha deciso di anticipare la chiusura del suo social network Google+ dopo un secondo malfunzionamento che ha esposto i dati del profilo degli utenti iscritti al servizio. Era giù accaduto tra il 2015 e il marzo del 2018: un bug aveva reso accessibili (e quindi vulnerabili) le informazioni private di centinaia di migliaia di utenti nel periodo di tre anni. Un problema tecnico che era stato rivelato dal Wall Street Journal».

Il declino di MySpace

E la sicurezza (mancata) è stata la falla alla base del disastro di MySpace che, a causa di un server difettoso e di una migrazione evidentemente gestita non proprio con oculatezza, ha perso tutti i contenuti caricati prima del 2016.

Un colpo pesante per un social network che, solo dieci anni fa, vantava un’attività maggiore di Facebook,  con un indotto di circa 1.600 persone impiegate nel 2009, mentre ora lo staff appare notevolmente ridimensionato.

Già qualche anno fa erano emerse falle nel sistema di accesso ai profili di MySpace, quando è stato dimostrato che chiunque, in poche semplici mosse, avrebbe potuto appropriarsi del profilo di qualcun altro.

Oggi i file andati persi nella migrazione del server hanno coinvolto circa 14 milioni di utenti registrati su MySpace e quasi 50 milioni di canzoni. Nonostante il dilagare di social network come Facebook e Twitter abbia provocato una dispersione di utenti da MySpace, diversi artisti hanno comunque continuato ad utilizzare la piattaforma. Molti dei brani degli artisti della “MySpace generation”, come Lily Allen, Artic Monkeys e Yeasayer, sono andati persi.

Intanto il World Wide Web ha compiuto trent’anni

Ciò che rimane dalle vicissitudini di Google+ e di MySpace è il sapore un poco contraddittorio dato dall’insicurezza e della caducità del web da un lato, e dall’annosa questione della presunta immortalità su internet e relativo diritto all’oblio dell’altro, il tutto proprio nel mese del trentesimo compleanno del World Wide Web. Più che buon compleanno, verrebbe da dire buona fortuna (a tutti noi…). (© Alessandro Rigolli)