Pasado en claro

Anders Jormin, Lena Willemark, Karin Nakagawa, Jon Fält, «Pasado en claro», ECM 2023, 1 CD.

“Pasado en claro”, il titolo di questo recente disco che rinnova la collaborazione tra il contrabbassista e compositore svedese Anders Jormin e la connazionale cantante, violinista e violista Lena Willemark – partnership avviata nel 2004 con l’album “In Winds, In Light” – rimanda a una raccolta di liriche di Octavio Paz – poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990 – riferimento che viene direttamente ripreso nel brano eponimo, ospitato tra le undici tracce raccolte in questo lavoro.

Un percorso espressivo che miscela rimandi differenti, amalgamando testi poetici diversi, ora tratti dalla produzione di autori di varia estrazione culturale ora prodotti dall’ispirazione originale della stessa Willemark.

Una fusione alla quale contribuisce in maniera determinate un impasto strumentale dal particolare segno timbrico, nutrito dal koto a 25 orde di Karin Nakagawa e dalle percussioni di Jon Fält, che affiancano con naturale ed intensa affinità la voce della stessa Willemark e il contrabbasso di Jormin.

Dialoghi che si dipanato tra poesia cantata e interazione musicale, affiancando testi di antiche fonti cinesi e giapponesi alla poesia scandinava contemporanea, per passare appunto per il mondo poetico di Paz e arrivare ad evocare quello del Trecento italiano del Petrarca.

Tutti brani dal profilo significativamente variegato, come l’iniziale “Mist of the River” (Ouyang Xiu, Anders Jormin), seguito da “Blue Lamp”, (Jörgen Lind, Anders Jormin), dalla triade “Ramona Elena”, “The Woman of the Long Ice” e “Wedding Polska” – tutte composizioni originali di Lena Willemark – per arrivare a “Kingdom of Coldness” (Tomas Tranströmer, Anders Jormin) e alle conclusive “Glowworm” (Yamabe no Akahito, Anders Jormin) e “Returning Wave” (Anna Greta Wide, Anders Jormin).

Un orizzonte sonoro dall’atmosfera cangiante e resa coerente grazie a un segno timbrico che viene arricchito dal carattere fonetico – tra lingue e dialetti che profumano di folk – evocato dalla calda espressività vocale della Willemark, completato con pregnante affinità dal contrabbasso di Jormin, i cui interventi conferiscono una caratterizzazione più jazzistica ad un impasto strumentale attraversato da screziature dal sapore elegantemente etnico. (© Gazzetta di Parma)